ADNKRONOS – Intervista allo Zio Gianni
Roma, 9 dic. (Adnkronos) – “La liberazione di Zaki per noi è una iniezione di speranza. Abbiamo esultato tutti, anche se il caso di Chico Forti è molto differente”. Ad intervenire con l’Adnkronos è Gianni Forti, lo zio di Chico Forti, dal 1999 detenuto negli Usa in seguito ad una condanna per omicidio che aggiunge: “Sono 22 anni che stiamo aspettando. Decenni di battaglie che ancora sono valse a nulla. La nostra famiglia è distrutta da questa vicenda, abbiamo sofferto abbastanza: Confidiamo nella ministra Cartabia, sembra che abbia superato l’ostacolo che si era frapposto sul percorso di estradizione in Italia attivato dal ministro Di Maio un anno fa. In caso contrario….intervengano Draghi, Mattarella….”
Forti, che da sempre dichiara di essere stato vittima di un errore giudiziario, non essendo riuscito ad ottenere la revisione del processo “ha chiesto allo stato italiano di rientrare nel suo Paese in base alla convenzione di Strasburgo – ricorda lo zio – Un anno fa, Di Maio aveva annunciato di avere ottenuto il benestare del governatore della Florida ma il percorso si è frenato. E noi non sappiamo perché. A novembre, come mi aveva promesso lo scorso giugno, è intervenuta la ministra Cartabia, andando negli Usa dove ha incontrato il suo omologo. Adesso siamo in attesa di mettere fine a questo incubo”.
“Mio nipote – conclude – non è stato giudicato come esecutore o mandante, ma parte di un complotto. La pena che gli è stata impartita credo sia la più terribile. In Italia la avrebbe già abbondantemente superata. Tra l’altro ricordo – conclude – che la convenzione di Strasburgo prevede che la pena debba essere concordata con l’Italia ed espiata in Italia”.
(di Roberta Lanzara)