“L’amore, in qualsiasi forma, ci soddisfa” – una Chico-lettera inusuale per la festa del papà
Dedicato a tutti i padri italiani (e filoitaliani).
Il fatto che io ami le donne non toglie l’amore immenso che provo verso i miei amici maschi vecchi e nuovi, è solo un diverso tipo di amore.
Finora non ho mai sentito il bisogno di baciare uno dei miei amici maschi (se userò la parola “boyfriend” in questa lingua, creerò dei punti interrogativi …), una distinzione che oggigiorno è molto difficile da fare.
Ho abbandonato completamente ogni residuo di giudizio sull’orientamento sessuale.
Più dovuto a un dovere che a un desiderio, come potete facilmente immaginare in questo tipo di ambiente in cui i contatti umani sono limitati solo ad altri uomini … È normale applicare cambiamenti!
Alcuni sono predatori
Alcuni sono ben disposti
Alcuni sono soli
Alcuni sono deboli
Alcuni rinunciano a qualsiasi principio e diventano autodistruttivi, con un approccio alla vita in cui prendono ciò che viene.
Vivo questa realtà più di ogni altro prigioniero negli Stati Uniti: l’Istituto in cui mi trovo è diventato il primo centro di detenzione per transgender negli Stati Uniti.
Provo a spiegarvelo: qui detenuti con un’identità sessuale diversa dai loro dati anagrafici, quelle che si sentono più donne che uomini (senza la necessità di modifiche anatomiche) entrano a far parte di un nuovo gruppo identificato: transgender. In questo gruppo quindi si qualificano gli uomini che si sentono e agiscono come donne, essendo attratte da altri uomini, pur conservando i loro attributi fisici di nascita.
lo Stato aiuta con il trattamento ormonale coloro che mirano ad ottenere cambiamenti fisici: nella lavanderia ricevono mutandine, reggiseni, trucchi e hanno accesso agli stessi cosmetici e articoli di necessità e comfort femminili offerti al centro di detenzione femminile. Tutto ufficiale.
Hanno il permesso di tenere i capelli per tutto il tempo che vogliono, far crescere loro il seno e sono spesso considerati e trattati meglio rispetto ad altre circostanze, seppur confinati.
Un’introduzione insolita ma, come ormai sapete bene, sono un individuo insolito …
Quello che all’inizio del mio viaggio in carcere era fastidioso ora, finché non mi manca di rispetto, non mi dà più fastidio.
Non sono cambiato e, nonostante i miei bisogni fisici, non sono caduto in tentazione: rimanere me stesso non è stato difficile!
Il sesso è solo uno stato d’animo proprio, come l’età e il tempo.
Vi posso garantire che potete mantenere la vostra sessualità anche priva di sollievo sessuale con un compagno (nessun sesso specificato).
Non è un segreto che non vedo l’ora di recuperare il tempo perduto, ma mi sento benissimo come sono e per il momento non comprerò reggiseno, mutandine e trucco …
Aiuta molto il fatto di essere padre: credo che un padre, fintanto che conserva l’amore dei suoi figli, sia soddisfatto nei suoi bisogni carnali. Ha qualcosa da amare e vivere teneramente, anche se ovviamente si parla di un tipo di amore totalmente asessuato.
E l’amore, in qualsiasi forma, ci soddisfa!
Non mi stanco mai di ripeterlo, ma un mondo senza amore è un mondo pieno di dolore e tristezza.
Concludo la mia introduzione insolita e sicuramente criticata …
La mia libertà residua è esprimere i miei pensieri, per poter esternare i miei sentimenti, senza dover applicare molta censura o ripensamenti.
Chi mi conosce, ed ora è un numero grandissimo, ha imparato che sono una persona molto diretta sia nei confronti di quelli che mi piacciono, sia verso quelli che non mi piacciono …
Lo esprimo solo in due modi diversi:
A gran voce, quando è correlato all’approvazione.
Con il mio comportamento, spesso silenzioso ma inequivocabilmente chiaro, quando dissento o disapprovo.
Se mi state ancora leggendo adesso sarò ancora più polemico e, come ben sa uno dei miei più cari amici, controvento.
Infatti dedico questo inno a tutti i padri, ma anche ad una persona che padre non è, biologicamente parlando, ma nonostante ciò è una delle figure paterne più incredibili che abbia mai incontrato.
Un esempio di paternità per qualsiasi padre su questo pianeta, me compreso…
Si chiama Guido Avi, in arte Don Torta.
Il giorno di San Valentino è stato il suo compleanno, proprio lo stesso giorno del compleanno di mia madre, ma un decennio prima.
Sì, avete letto bene, ha appena compiuto 103 anni e come la mia roccia è ancora in gran forma.
Questo che segue è il mio modo di ricordarlo e, anche se non sono mai stato il cristiano perfetto, per me è stato un bellissimo esempio di figura paterna …
Dedicato a Don Torta,
da Chico spiazarol.
Dedicato al mio parroco, Don Guido Avi, da me denominato “Don Torta”, per farvi anche sorridere….
Don Torta il 14 febbraio ha compiuto 103 anni ben vissuti e, aspettandomi fiducioso in quel di Trento, vive la vita al pieno delle sue funzioni.
Ricorderete che a causa delle mie misere doti canore, da piccolino venni ostracizzato dal coro della sua/mia chiesa: Cristo Re.
Motivazione: sedizione canora con cospirazione ed intento di forviare gli altri membri intonati del coro. Altro che Rubin!
Don torta mi ha elargito il pacchetto completo di sacramenti ed affini e aveva un modo tutto suo di estrapolarmi i racconti. Iniziava sottovoce con il suo: ”dai conteme cosa tai combina’ stavolta..”
Ed io giù alluvionale, a raccontargli dei miei pensieri per la Marina, che viveva quattro piani sotto di me…
Che aveva la mia stessa età, ma già masterizzava la parte della paziente, con me ignaro dottore…
Proseguendo gli rivelavo il mio mini-giro di vendita di francobolli religiosi che, invece di collocare al prezzo stampato io, col mio più convincente sorriso, piazzavo proponendo un’offerta….
Don torta diceva che: “l’era mejo cargarme che darme da magnar” – (a tutt’oggi ancora non mi è ben chiara l’analogia)
Insomma, per riassumere: Don torta avrebbe potuto eclissare il più erudito Perry Mason, il confessionale era la sua zona da non oltrepassare perché tentare di mentirgli propinandogli la bufala furto biscotti o nutella come contentino avrebbe creato lampi e fulmini all’interno della chiesa… Altro che Giove, lui sì che li creava dal nulla!
La parola di chiusura era sempre la stessa: ”Spiazarol! ”
Tutto questo perché gli stonavo il coro…
Ed io lo adoravo!
Per chi non avesse la fortuna di conoscerlo cercherò di descriverlo: capelli neri folti tipo crine taglio scolapasta filippino
(alla mia amica Marke, per intenderci).
Sorriso stampato, quello naturale irresistibile, non quello ebete di convenienza…
Occhi che ti attraversano (anche tramite i forellini del confessionale), con bontà e amicizia rare.
Questo 55 anni fa… Oggi, a 103 anni, è rimasto uguale !
Unica variante: si è colorato i capelli di bianco, mi hanno detto che va di moda….
Per coloro che dall’inizio di questo mio breve racconto muoiono dalla voglia di sapere perché lo chiamano “Don Torta” (ma non lo sapete che “the curiosity kills the cat?”), ora ve lo racconto…
Per completare la costruzione della chiesa (confessionale e palco per il coro inclusi), essendo venuti a mancare i fondi, Don torta fece appello alle mamme del rione (la mia roccia inclusa) per fare delle torte appetitose da dare, con offerta (lui, al contrario mio coi francobolli, poteva farlo).
A proposito di torta mi viene ora in mente una mia barzelletta cavallo di battaglia, però se la racconto mi scomunicano… o tempora o mores…
Lasciato il rione ed iniziati i miei viaggi, i miei rapporti ecclesiastici, se si escludono le benedizioni ricevute da Papa Wojtyla al vaticano e da Baba Baruch (il papa degli Ebrei Ortodossi Sefarditi) alla Sinagoga di Aventura a Miami, sono diventati un po’ flebili.
Il mio concetto di vita si rispecchia più in quel birbante di Goethe ed il suo saggio (per chi lo applica): “una vita che non è vissuta al massimo non è una vita che vale la pena vivere…”
La mia roccia è il mio esempio di come vivere la vita.
A 93 anni mangia, beve, gioca alle carte (vincendo chilogrammi di speck) e se ci fosse ancora mio padre, lo amerebbe ancora ogni giorno e ogni notte.
Quando morì mio padre, mia madre riuscì ad alleviare il mio dolore straziante dicendomi che papà se ne era andato con il sorriso sul volto, perché si sono amati e voluti bene fino all’ultimo secondo…
Chissà da chi avrò preso questo mio aspetto caratterizzante…
Le lacrime si trasformarono in un sorriso ed in un instante imparai a vedere spiragli di luce anche nel cielo piu’ scuro…
Grazie alla mia roccia continuo a farlo tuttora.
Don torta tieni duro, perché se la tentazione di stonare il tuo coro è forte, quella di mangiarmi una delle tue torte è incontenibile..
Con affetto
il tuo sempre stonato, ma con tanta voglia di cantare
Chico